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mercoledì 15 ottobre 2008

Arcturus - La Masquerade Infernale



Anno: 1997

Etichetta: Music For Nations/Misanthropy

Tracklist:
1. Master of Disguise 06:43
2. Ad Astra 07:36
3. The Chaos Path 05:32
4. La Masquerade Infernale 01:59
5. Alone 04:39
6. The Throne of Tragedy 06:33
7. Painting my Horror 05:59
8. Of Nails and Sinners 06:06

Line Up:
Kristoffer "Garm" Rygg - Voce
Knut Magnus "Aismal" Valle - Chitarre
Hugh Stephen James Mingay, aka. Skoll - Basso
Steinar Sverd Johnsen - Tastiere
Jan Axel Von Blomberg (Hellhammer) - Batteria
Guest:
Simen Hestnæs "ICS Vortex" - Lead & Backing Vocals
Carl August Tidemann - Guitars

Nel 1997, un anno dopo l'uscita del primo full-lenght Aspera Hiems Symfonia, ecco che gli Arcturus fanno uscire un secondo disco, "La Masquerade Infernale": la formazione comprendeva l'onnipresente Hellhammer alla batteria, Skoll al basso, Knut Magnus Valle alla chitarra (con la partecipazione anche dell'ex Carl August Tidemann), Garm alla voce e infine il compositore nonchè fondatore del gruppo, ovvero il tastierista Steinar Sverd Johnsen. Aspera Hiems Symfonia era un disco di black metal melodico di ottima fattura con molti elementi interessanti e in cui emergevano soprattutto le melodia superbe create da Sverd alla tastiera, che si possono trovare praticamente immutate in "Nexus Polaris" dei Covenant.
Quindi per il seguito ci si aspetterebbe un normale disco di black metal melodico, ma gli Arcturus hanno dimostrato nel corso degli anni di ricercare un'evoluzione musicale continua e riescono a comporre un disco che fonderà (o almeno detterà le caratteristiche principali) un nuovo genere, l'avant-garde, che si potrebbe semplicemente definire l'evoluzione del black metal, che è l'unico modo che trovo per descrivere questo genere davvero molto complesso e ricco di influenze e spunti innovativi.

Primo disco (se non si considera "Kveldssanger" degli Ulver) da cui Garm inizia a usare solo le clean vocals, che vanno ben oltre il solito concetto di clean vocals che si potrebbero affiancare a un cantante black: infatti con la sua voce magnetica Garm usa un cantato che si potrebbe definire teatrale, in perfetto tema con l'album quindi, che praticamente non utilizzerà più nei dischi successivi e che era stato utilizzato solo in alcune parti di "The Olden Domain" dei Borknagar.
Il disco contiene esclusivamente grandi pezzi quali Ad Astra, canzone quasi completamente strumentale, che si sviluppa completamente sulle melodie della tastiera di Sverd con i primi 3 minuti e mezzo in cui viene ripetuta la stessa melodia che sfocia in un assolo inizialmente di chiatarra che apre semplicemente al più grande assolo di tastiera che abbia mai sentito, nel quale Sverd dimostra le sue grandi doti e la sua vena puramente classica.
Successivamente vi è The Chaos Path, dove insieme a Garm duetta il nuovo cantante degli Arcturus, Simen Hestnæs, meglio conosciuto come ICS Vortex ovvero il cantante del terzo e quarto album dei Borknagar e bassista (e in teoria anche seconda voce) dei Dimmu Borgir:
se Garm aveva già dimostrato le sue grandi capacità vocali, anche Vortex dimostra di saper cantare in questo stile "teatrale", e i 2 danno vita a un duetto indimenticabile sorretto da una canzone di per sè già fantastica come al solito basata sulla tastiera di Sverd.
Dopo l'intermezzo strumentale della titletrack, onestamente di scarsa utilità, parte Alone, il cui testo altro non è che una poesia di Edgar Allan Poe ad indicare anche l'elevato livello dei testi che non fanno assolutamente da contorno al disco ma sono un aspetto fondamentale di esso: la canzone parte con la doppia cassa di Hellhammer che per l'unica volta nel disco può dare sfogo anche alla sua bravura nelle parti veloci anche se dopo pochi secondi è costretto a smettere per dare il via a un'altra stupenda canzone basata sulle tastiere ma in cui anche la chitarra di Knut Magnus Valle, un pò in secondo piano su questo disco, è protagonista oltre all'immancabile voce di Garm.
Dopo una prima parte del genere non sembrerebbe facile concludere il disco sullo stesso livello, invece gli Arcturus riescono addirittura a superarsi, grazie a due canzoni da urlo quali The Throne Of Tragedy e Of Nails nd Sinners: la prima viene introdotta da una voce sussurrata, sinistra, che esplode in un coro travolgente di Garm mentre la seconda, posta in chiusura al disco, è quella che ricorda più da vicino i passati in ambito black melodico del gruppo con parti più tirate accompagnate da rare scream vocals che si inseriscono nella consuetà maestosità che contraddistingue il disco, forse la canzone più ispirata che conclude in maniera egregia un disco già di per sè fantastico.

Insomma il disco è stupendo ma non è assolutamente di facile ascolto, anzi, visto che nonostante la formazione sia interamente (black) metal il disco in questione non c'entra praticamente nulla con il metal in quanto è davvero un genere a parte, inclassificabile...
La prova di tutti i musicisti, anche di quelli che sono lasciati apparentemente in secondo piano ma che sono ugualmente fondamentali per il disco e per le melodie è eccezionale e mette in mostra le grandi doti tecniche di ogni singolo componente, menzione d'onore va però fatta alle due menti da cui è uscito questo capolavoro, Sverd, compositore della quasi totalità dei pezzi, e Garm, autore di una prova che rimarrà immortale nel tempo.

Emperor

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