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Based on a work at rockedintorni.blogspot.com. .: Paolo Nutini - These Streets (2006)

mercoledì 27 maggio 2009

Paolo Nutini - These Streets (2006)




Anno:
2006

Etichetta: Atlanctic Records

Line-up:
Donny Little - guitars/vocals
Paolo Nutini - vocals/guitars
Seamus Simon - drums
Michael McDaid - bass/keys
Dave Nelson - guitar/vocals/keys/percussion
Gavin Fitzjohn - huffy puffy blowey type things

Tracklist:
Jenny Don't Be Hasty
Last Request
Rewind
Million Faces
These Streeys
New Shoes
White Lies
Loving You
Autumn
Alloway Grove

Il Soul e il Blues, la musica nera. Musica che ha segnato intere generazione di colored americani, riuniti sotto gli stessi ideali di rivalsa sociale, e finalmente identificati attraverso un genere che unisce composizioni di rara espressività, non basate su complesse architetture sonore (come invece capita dall'altra parte dell'Oceano) ma sul semplice uso della voce, unico vero strumento di comunicazione. Il Soul non è solo anni '50, però: si diffonde rapidamente anche in Europa, ed è ancora oggi suonato in locali bui e fumosi, in Gran Bretagna e non solo. E' questo il caso del nostro Paolo Nutini, di chiare origini italiane ma nato in Scozia, da una famiglia non certo ricca e con qualche problema economico. Cresce con il Soul, ed impara presto a suonare la chitarra. Se aggiungiamo il fatto che il ragazzo ha anche una voce da non sottovalutare (è stato accostato a diversi nomi importanti della scena), di qui ad iniziare a scrivere qualche canzone propria, assolutamente senza pretese, il passo è breve. Il fatto è che Paolo è bravo, molto bravo. Non solo: è anche un bel ragazzo, un diciottenne che può fare breccia nel cuore delle teenagers di tutto il mondo; così, gli viene proposto il suo primo contratto discografico, che ovviamente accetta senza pensarci su due volte. Qualche piccolo ritocco da parte del produttore, e il gioco è fatto: ecco nascere These Streets. Da questo momento in poi, la sua vita si divide fra i palchi dei più importanti programmi “musicali” (se si può definire un programma musicale Top Of The Pops) mondiali. La prima cosa che uno potrebbe pensare è: il ragazzo ha davvero delle qualità, o è un altro successo costruito a tavolino? Io propenderei per la prima. Paolo Nutini ha innanzitutto un certo gusto musicale: le canzoni sono tutte molto semplici, ma ci sono delle trovate davvero notevoli (come, ad esempio, il contagioso ritmo groovy di New Shoes); ma, cosa importante, ha una voce stupenda, come non si sentiva da diverso tempo: maschia, strepitosamente sexy, espressiva. Chi lo ha visto live, ha sicuramente potuto apprezzarla in tutta la sua eccezionale bellezza. Il disco è più che piacevole. Certo, niente di nuovo sotto il sole, altrimenti avremmo gridato al miracolo. E' certo che due hits sicure come Jenny Don't Be Hasty e Last Request non possono che raggiungere il successo che meritano, e due lenti come Rewind e Autumn (questo in particolare molto struggente) non possono che entrare con prepotenza negli iPod di tutte le ragazzine europee (e forse anche americane). E' tutto azzeccato alla perfezione, tutto molto piacevole all'ascolto. E non mancano anche pezzi di notevole fattura: la title-track è probabilmente il picco dell'intero album, con la voce di Paolo supportata da una sola chitarra acustica, e New Shoes sembra un invito a ballare, con il suo ritmo estremamente contagioso. Una volta ascoltato tutto il disco è impossibile smettere di canticchiare. Siamo consapevoli di aver ascoltato dell'ottima musica, e di aver scoperto un nuovo talento. Da seguire.

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