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Based on a work at rockedintorni.blogspot.com. .: Social Distortion - Mommy's Little Monster (1983)

sabato 24 gennaio 2009

Social Distortion - Mommy's Little Monster (1983)


Anno: 1983

Etichetta: 13th Floor Records (original), Triple X (1989), Time Bomb Recordings (1995)

Tracklist:
The Creeps
Another State Of Mind
It W asn’t A Pretty Picture
Telling Them
Hour Of Darkness
Mommy’s Little Monster
Anti-Fashion
All The Answers
Moral Threat

I Social Distortion ed il loro "Mommy's Little Monster" sono stati semplicemente seminali per:
1. l'hardcore (che in quegli anni si stava affermando).
2. il superamento dell'hardcore (che in quegli anni già si stava bruciando) verso forme più melodiche e contaminate (vedi hardcore melodico anni 80 e 90, e tutto il punk revival) fino ai loro diretti discendenti, gli Avail.
3. il rock "alternativo", dai Motorpsycho ai Meat Puppets ai Pixies.
Il motivo di tanta importanza sta più che nei temi (che sono quelli tipici del movimento punk e hardcore), nella personalissima rilettura del punk rock data dal frontman chitarrista solista e cantante Mike Ness, ossia il prototipo di punkabbestia trapiantato negli usa... e con la parola "trapiantato" intendo dire che non si tratta di un semplice punk-punkabbestia (dentro e fuori da prigione, sbronzo, tossico, ecc.), lui era molto di più: la americanizzazione del prototipo punk, per via della sua autentica passione per il background rock americano (dal country a tutto il resto) che sarà il discriminante che darà quel valore aggiunto al suo punk rock.
Il sound dei SD non è inedito e non viene fuori dal nulla; esso trova il suo precedente storico nella genialità degli X, che comunque appartenevano a una linea di confine attorno dal movimento punk (ma certamente estranei all'hardcore); i SD invece sono assolutamente una hardcore band, la loro musica è oscura e pesante, e in questo esordio è particolarmente grezza (anche se nulla è lasciato al caso, e tutto è assolutamente professionale), a tratti quasi macabra (continue sono le allusioni all'idea della morte e al suicidio, a partire dalla coperina); anche per questo, oltre al fattore prettamente musicale, collegherei i SD all'esperienza Misfits, tra il punk e il proto hardcore, che viene quindi superata anche sulla strada della melodia e della contaminazione (che vedrà invece i Misfits avvicinarsi al metal). A tutto questo i SD aggiungono una bella dose di hard rock, dalla furia degli MC5 ai Clash di "Give Em Enough Rope" (dai quali viene praticamente presa tutta la ritmica, e si sente specialmente nei bridge), senza disdegnare mai la ricerca della vena melodica, e quindi del bel refrain ad effetto, talvolta corale, talvolta sloganistico. Inusuali in ambito HC, gli assoli di chitarra di Ness (relativamente lunghi), rubacchiati e rielaborati da esperienze elettriche americane tra 60 e 70, presenti praticamente ovunque, insime ad un inconsueto organo in qualche brano e persino influenze surf (Mommy's Little Monster) e rockabilly (It Wasn't a pretty picture), ma le cose migliori sono i 2 estremi opposti: il terremoto hardcore/hardrock ultraristretto e condensato in due taglientissimi minuti di The Creeps ed Anti-Fashion, frutto indiretto della musica dei Sonics, ed i 5 minuti abbondanti della conclusiva Moral Threat, piena di rallentamenti, jam acide, crescendo elettrici e sfumati capovolgimenti ritmici."Mommy's.." è un concept, probabilmente il primo concept punk (e uno dei pochi) insieme "Zen Arcade" (anche esso del 1983); esso consiste in una serie di episodi in un'unica cornice, che è a metà tra il picaresco e l'epopea punk dell'individuo nella sua avventura per liberare se stesso, in un eterno conflitto con le autorità. Tutto ha una portata estremamente adolescenziale, abbastanza ingenua, ma probabilmente tutto questo non è casuale, visto che l' ingenuità deve essere uno dei caratteri-base di qualsiasi disco che sia in relazione col mondo punk.
Casino, niente scuola, niente lavoro, nessuna regola, capelli blù, disprezzo verso le autorità di ogni tipo e verso tutto ciò che le circonda. Queste sono le tematiche della titletrack e il filo conduttore dell'intero disco, che di tanto in tanto lascia trapelare qualche concessione ai sentimenti (Another State Of Mind). L'elemento "avventuroso" è tipico di questa narrazione punkettona, che descrive con marziale semplicità delle scene da strada: suicidi, storie di droga, assassini (It Wasn't A Pretty Picture). Il nocciolo della natura anarcoide del picaro punk sta nel suo rapporto con la società, ossia la sua a-socialità / anti-socialità, quindi un rapporto di odio scambievole ben rappresentato dalla azione-reazione del ragazzo che sfascia il vetro e che poi si becca una serie di calci in culo (Telling them) e da questi versi: I'll do it my way, I'll always win / When the sun goes down I'm ready to play /It doesn't matter what anybody says. Sempre dal rapporto conflittuale con la società e con la massa (nonchè con tutte le autorità costituite, anche autorità culturali o di "costume") nasce l'accusa anti-modaiola rappresentata anche essa con grande capacità di sintesi "You are so plastic you could be a Barbie Doll / You walk you talk just like them all" (Anti-Fashion). Poi i toni si fanno tragici in Moral Treat, che coniuga il tema dell'abuso del potere poliziesco e dell'inefficacia del sistema giudiziario al dramma personale ed al ricatto morale dell'oppressione autoritaria, che conduce al suicidio il protagonista. Troviamo toni epici invece in All The Answers (che è un inno da scontro generazionale):

You won't see these kids in heaven
Colored hair and funny clothes
They are the menace of today
And they won't listen to what you say
But don't forget that they're your future
They're loud, they're obnoxious and proud
They are conscious
But don't forget that they're your future
They're loud, they're obnoxious they're proud
They are conscious
But don't forget that they're your future
These kids are accused for all the violence
You can't even keep them silent
You thought you had all the answers
You won't be able to make them pay
Cause they're not gonna fade away

Sicuramente è una forzatura fare una "analisi" ad un disco del genere, e quindi intellettualizzarlo, visto che qua si tratte dell'anti-intellettualismo per eccellenza; "spiegare" un disco punk è come tenere un puma in cattività. Però chiedo scusa a voi e a tutti i soggetti coinvolti; con queste mie poche righe volevo solo darvi una dritta, un consiglio per i vostri ascolti, o anche (nel caso sia un album a voi noto) una dritta nella quale vi illustro la mia personalissima chiave di lettura di quello che "Mommy's..." è stato.
Se volete una descrizione più onesta e fedele del disco, allora lasciate stare il linguaggio verbale: ciò che conta è l'esperienza (è questo forse il messaggio ultimo che Ness voleva lasciare... e non solo Ness, ma tutto il rock, da "Are You Experienced" in poi), quindi se volete immedesimarvi nello spirito del disco dovete solo tornare a casa ubriachi e vomitare su un tappeto, o al massimo, se non avete tappeti, potete scappare di casa... se invece vivete già da soli, allora avete un buon motivo per tornare a casa dei vostri genitori (dite loro di preparare il tappeto).

John

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