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giovedì 18 dicembre 2008

Temple of The Dog

I Mother Love Bone ci misero pochissimo a trasformarsi da promessa rock mondiale a fenomeno archiviato e messo da parte, dopo la morte per over dose di Andrew Woods, infatti nessuno dopo se la sentì di portare avanti quel progetto senza il capitano del rock dell'amore e la casa discografica, che su quel gruppo aveva scommesso, non fece nemmeno promozione all'album appena uscito.
Fu un duro colpo per Stone e Jeff, che ancora una volta furono costretti a ripartire da zero; ma fu un duro colpo anche per qualcuno che non militava nei Mother Love Bone, ma che conosceva benissimo Andy, perchè aveva vissuto con lui un po di tempo (e lo aveva aiutato ad affrontare i suoi problemi con la droga), sto parlando di Chris Cornell.
Chris si reca in Europa, per allontanarsi dai posti che gli ricordavano l'amico scopmarso, si immerge nel suo dolore, e soffre perchè non può parlarne con nessuno che avesse conosciuto bene Andy.
Nel suo periodo trascorso in Europa, il cantante dei Soundgarden scrisse di getto "Say Hello To Heaven" e "Reach Down", poi una serie di altri brani, che presto si accorse non essere molto compatibili con lo stile dei Soundgarden, ma molto più vicini al songwriting di Stone & Jeff nei Mother Love Bone.
Contemporaneamente Stone, stava jammando liberamente nello scantinato dei suoi genitori con Stone e un nuovo acquisto: Mike McCready. Fu in quel periodo che tramite i Red Hot, Jeff si mise in contatto con Eddie Vedder. Da quelle Jam nacquero gli "Stone Gossard Demos", una serie di brani tra cui "Pushing Forward Back" e "Times Of Trouble".
Alle jam di Stone stava partecipando anche Matt Cameron, allora batterista dei Soundgarden (la cosa buffa è che Matt stava suonando pezzi come "Alive" e "Black" prima ancora che si chiamassero così e ben 8 anni prima di entrare nei pearl jam).
Chris, Stone e Jeff pensarono di unire le loro forze per realizzare un album-tributo a Andy Woods. in un primo tempo intendevano rimettersi a lavoro su alcuni demo di Andy e materiale inedito dei Mother Love Bone, ma Xana (la ragazza di Andy) era contraria ad una speculazione sul suo ragazzo; così Stone e Chris misero insieme i pezzi scritti separatamente, ne scrissero di nuovi e approntarono una superband: Matt Cameron(batteria) e Chris Cornell (voce e chitarra) dei Soundgarden; Jeff & Stone e Mike McCready(chitarra solista) di quelli che sarebbero poi stati i Pearl Jam.
Il progetto prese il nome da un verso di un brano dei Mother Love Bone, "Man Of The Golden Words": TEMPLE OF THE DOG.
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all'interno del booklet dell'album c'è un piccola presentazione del progetto scritta a mano da Jeff Ament, come fatto anche nei Mother Love Bone.
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in "Say hello 2 heaven", Chris canta: "Venne da un isola / e morì in una strada /Si ferì... / ma non mi disse mai niente / Saluta il paradiso / Nuovo come un bambino / perso come una preghiera / il cielo era il tuo luogo di divertimento /ma la terra fredda fu il tuo letto". il brano è una preghiera disperata, infatti inizia proprio con un'invocazione alla "madre misericordiosa". il fatto di "salutare il paradiso" riprende quella tecnica tipica di Andy consistente nell'uso di metafore religiose.
"Reach down" propone un blues teatrale estremamente toccante, in cui viene fuori Mike McCready, in un assolo interminabile. 11 minuti di poesia e passione. "Ho fatto un sogno l’altra notte/ Eri in un bar, eri seduto in un angolo / indossavi una lunga giacca di pelle bianca / e occhiali viola, e avevi la brillantina nei capelli / ti dissi: hey questo è il posto dove starò / e un giorno ti offrirò da bere".
"Hunger strike" è un pezzo morbido, che propone un duetto memorabile Cris Cornell / Eddie Vedder (al suo esordio discografico come cantante).
"Pushin forward back" è il brano più duro dell'album. La ballata zeppeliniana "Call me a dog" ripropone un blues soave guidato dalle impennate di Chris e dal trasoporto metafisico di Mike. "Times of trouble" è tristissima, Cornell suona anche l'armonica, e recita in questo modo: "Quando il cucchiaio è caldo / e l’ago è appuntito / e tu lo spingi / posso sentire ciò che dici / che il mondo nero [...] Non provare a farlo / non provare ad ammazzare il tuo tempo / potresti farlo [...] so che giocavi ma / qualche volta le regole sono dure" e conclude con un imperativo molto chiaro e che non richiede una difficile interpretazione: "devi afferrare il tuo tempo fino a sfinirti / attraversa questi tempi di guai". una delle liriche più intense ed intelligenti mai scritte da Chris. torna la metafora religiosa in "Wodden Jesus", ed una sferzata energica in "Your saviour", dove in basso di Jeff e la batteria di Matt creano un groove oscuro e nevrotico, quasi tremante, ciò che emerge è la sofferenza, la sofferenza che si trasforma in suono. "Four walled world" ha l'epicità tipica del Gossard degli esordi, e risplende grazie ad un cantato in un costante crescendo di pathos e intensità, anche sottolineato dallo straordinario assolo di Mike, molto corale e coerente col brano stesso. "All night thing" è la conclusione del disco, con toni molto più leggeri e pacati, il cantante (si) vuole rassicurare, questo pezzo è la fine della tempesta notturna(di quella notte citata mille volte nei testi).... e l'inizio della quiete, perchè la vita risorgerà sempre.



John

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