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mercoledì 17 dicembre 2008

TAD





Una ragazza tanto bisognosa di affetto alza la cornetta, compone il numero, ed esprime in modo non equivoco la sua voglia... dall'altro capo del telefono risponde un uomo lardoso, barbuto e coi capelli grassi, che apprezza notevolmente l'invito della donna........... che al momento della sua risposta, capisce d'aver sbagliato numero.


Questa scena è tratta dal film "Singles - L'amore è un gioco", e l'uomo lardoso è il mitico Tad Doyle, ex-macellaio(è vero!) e forntman di una delle più """pesanti""" band del panorama grunge: i TAD. è giunto il momento di rendere un po di giustizia a questi ragazzi: non ne parla nessuno e chi lo fa, dice le solite storie su come fossero zozzoni e grezzi, dimenticando di dire che sono stati uno dei fenomeni più interessanti di tutta la scena, capaci di elaborare uno stile personale e ricercato. I TAD sono stati l'altra faccia di Seattle, quella nata e morta underground, quella che non è mai stata sotto i riflettori, e che non è mai stata cagata dalle grandi masse.... e ne era fiera. Lo stile dei Tad era a metà tra il metal (tra il premetal anni 70 e il thrash) e hardcore albinianamente inteso (Steve Albini fu anche loro produttore). Facile paragonarli ai Mudhoney, per via della loro comune passione verso gli Stooges, ma non possiamo identificarli, poichè si tratta di esperienze musicali per certi versi opposte. I Mudhoney erano tradizionalisti, invece i Tad erano in un certo senso modernisti (basti pensare alla loro tendenza allo sfumare verso l'industrial o ai loro ritmi quasi techno); entrambe le band propongono grezzume a valanga, ma i Tad hanno una pesante componente metallica che ai Mudhoney manca. La band si costituisce nell'88 e un anno dopo rilascia per la SubPop un debutto blasfemo e truce: God's Balls, prodotto da Jack Endino (degli Skin Yard, band di provenienza del batterista dei Tad, Steve Wied), diviso in 2 facciate, la prima intitolata "Jesus" e la seconda intitolata "Judas". Tutto l'album è una sfilata di suoni e immagini orribilanti, una fusione acida e sincopata tra hard rock ed hardcore. brani imperdibili: "Satan's Chainsaw" e "Behemoth". I Tad seguono i Nirvana nel tour di Bleach. Salt Lick [1990] fu prodotto da Steve Albini (ideatore dei progetti Big Black e Rapeman negli 80), e infatti ne assorbe le coordinate stilistiche e compositive. il risultato è un album più maturo del precedente, che non risparmia alcune piacevoli sorprese, come l'apertura melodica di "Glue Machine". "Potlatch" ricorda i Big Black ed i Ministry, mentre "Hibernation" preannuncia qualcosa che succederà negli Helmet.
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8-Way Santa [1991] chiude la parentesi SubPop dei Tad, e lo fa per certi versi nel migliore dei modi (con un'altra crescita compositiva), per altri nel peggiore (perchè il disco ebbe parecchi problemi giudiziari e pochissimi riscontri nelle vendite). il sound è più preciso e professionale(ottima la produzione di Butch Vig), e la melodia comincia a prendere il sopravvento,anche con certe ventate powerpop che tenderanno ad arrotondare gli spigoli della proposta sonora dei Tad.
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Inhaler [1993] rappresenta il passaggio a major ed è, a mio avviso, l'album più accessibile e meglio strutturato tra quelli dei Tad (anche perchè Tad Doyle ora ha imparato..........a cantare).
Josh Sinder passa alla batteria e alla produzione c'è J. Mascis.
"Grease Box" è un inizio tritatutto, con una buona dose di hardcore su un sostrato metal e powerpop; "Throat Locust" è un frullato di Big Black e Black Flag; "Leafy Incline" è tutta da canticchiare o urlare a squarciagola in auto, perchè difficilmente vi toglierete dalla testa quel ritornello; "Luminol" si apre con un riff marcatamente metal, poi segue un grugnito stile Rapeman e una serie di colpi sincopati e martellanti basso-batteria che assomigliano a mitragliate, tanto che sembrano provenire da "the land of rape and honey", poi segue un'inaspettata (e bellissima) apertura acustica che spezza l'atmosfera truce di prima, ma solo per poco, e dopo un'altra ancora, ancora più lunga e questa volta accompagnata anche dal pianoforte, prima del cazziatone finale.
"Ulcer" e "Lycanthrope" portano un'altra pioggia di grezzume una pioggia bollente ed abrasiva; notevoli sopratutto nel secondo brano gli assoli di chitarra (su quest'album sono lussureggianti ed onnipresenti). "Just Bought the Farm" è la convergenza tra punk, noise e in un certo senso new wave(!?!?), questo tanto per dirvi quanto sia vario lo spettro stilistico dei Tad e quanto di sbaglino quelli che li definiscono come dei grezzi rockettari di vecchio stampo. questo brano ne è la dimostrazione, perchè sembra la sintesi di quello che è successo dal 77 al 93, infatti sembra di passare dal punk a tutte le sue incarnazioni ottantiane (hc, new vave e noise) in ogni singolo istante, in un brano tormentato e palpitante, portatore delle inquietudini di diverse generazioni.
in "Rotor", "Paregoric"(come fare l'elettroencefalogramma ad un martello pneomatico) e "Pansy" si ribadiscono i concetti visti fin ora e si consolida la formula di INHALER, grandissima prova discografica che si conclude con un brano atipico, l'acustica powerballad intitolata "Gouge".
La band va in tour con i Soundgarden, poi viene scaricata dalla casa discografica a causa di una locandina raffigurante Clinton che fuma uno spinello con sotto la scritta "This Is Heavy Shit".
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Infrared Ridinghood [1995] è un'ulteriore concessione alla melodia ed all'ascoltabilità, dopo il quale la band cadrà nell'oblio.


John


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