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venerdì 24 ottobre 2008

Down - Nola (1995)


Anno: 1995

Etichetta: Elektra

Tracklist:
Temptation's Wings
– 4:24 - (Anselmo/Keenan)
Lifer
– 4:36 - (Anselmo/Keenan)
Pillars of Eternity
– 3:57 - (Anselmo)
Rehab
– 4:03 - (Anselmo/Keenan/Windstein)
Hail the Leaf
– 3:28 - (Anselmo)
Underneath Everything
– 4:46 - (Anselmo/Keenan)
Eyes of the South
– 5:13 - (Anselmo/Keenan)
Jail
– 5:17 - (Anselmo/Keenan/Strange/Winstein)
Losing All
– 4:21 - (Anselmo/Keenan)
Stone the Crow
– 4:42 - (Anselmo/Keenan)
Pray for the Locust
– 1:07 - (Anselmo)
Swan Song
– 3:35 - (Anselmo/Bower/Keenan)
Bury Me in Smoke
– 7:04 - (Anselmo/Keenan)



Premessa necessaria

I Down rientrano perfettamente nell'insieme dei supergruppi: croce e delizia del rock e presenti in quasi tutti i generi. Potremmo fare una carrellata veloce partendo dagli anni '50 con i Million Dollar Quartet (Elvis, Johnny Cash, Jerry Lee Lewis e Carl Perkins)
Passando nei '60 con i Cream (Clapton, Baker e Bruce), Crosby, Stills, nash and Young, Blind Faith ( Clapton, Baker, Winwood, Grich), The Dirty Mac (Lennon, Clapton, Mitchell e Richards).
Arrivando nei '70 con Emerson, Lake and Palmer, i Wheater Report, Mahavishnu Orchestra (John McLaughlin, Goodman, Laird, Hammer, Billy Cobham), passando poi per Rainbow e Bad Company.
Quindi, ora che avete capito cosa sia un supergruppo, passiamo ai Down.


Nascono nel 1995 a New Orleans, la città sul delta del Mississipi, che ha regalato i natali ai cinque ragazzotti americani, ben conosciuti nei rispettivi ambiti.
Rispondono al nome di Philipp Anselmo (Pantera, Crown Brown, Superjoint Ritual, dietro al microfono), Pepper Keenan (Corrosion of Conformity, alla chitarra solista), Kirk Windstein (già chitarrista nei Crowbar, grandissimo gruppo sludge metal), Todd Strange (bassista nei Crowbar, che ha fondato assieme a Windstein) ed infine Jimmy Bower (batterista con i Crowbar, e chitarrista sia nei Superjoint Ritual che nella band southern sludgecore EyehateGod). Quindi si riuniscono in una casa rustica, la trasformano in una saletta ed iniziano a jammare. Per puro divertimento, senza il minimo interesse di specularci sopra visto che tutti i loro gruppi stavano andando più che bene.
la dimostrazione risiede nei dati di vendita e nei riconoscimenti ottenuti dalle rispettive band.
I Pantera avevano pubblicato nel 1994 "Far beyond Driven" e nel 1996 pubblicheranno "The great southern trandkill": entrambi dischi di platino.
I Corrosion of conformity l'anno precedente avevano registrato il masterpiece "Deliverance" e nel 1996 daranno alla luce "Wiseblood", altro disco ampiamente apprezzato da fans e critica...
I Crowbar dal 1993 al 1996 incidono 3 full lenght ed un live + Ep...

Quindi possiamo benissimo dire che i Down non nascono certo per una manovra salvafaccia di qualche astuto manager. Nascono da un'idea: riunire un gruppo di amici con le stesse origini, in una sorta di campanilismo musicale; tutti quanti amano le sonorità dei black sabbath, lo sludge, il southern americano dei Lynyrd Skynyrd, il blues duro e grezzo, i riffs tipici dei '70ies e parlare di alcuni temi che reputano importanti. Si passa dalle delusioni amorose, alla vittorie personali, all'uso di droghe leggere (in primis l'erba), alle proprie origini geografiche e culturali. E così via.
Allo stesso modo inizialmente non pubblicano più di tanto le proprie demo nè tantomeno portano in tour il primo disco, "Nola". Infatti si registrano in quegli anni solo 13 concerti dei Down, in giro per gli United States.
Lo stesso Keenan racconta che durante una prestazione live dei Corrosion, in Svezia un ragazzo tra il pubblico tenesse alto un cartello con il simbolo ed il logo dei down con in basso la scritta "so chi siete".
Ma nonostante nacque tutto per una jammata - più o meno occasionale - i Down si trasformarono rapidamente in una delle più accattivanti e cariche band di southern/sludge metal.


Nola è il disco d'esordio, una delle migliori produzioni della seconda metà degli anni '90. Impossibile non amarlo e trovargli una pecca: tute e 13 le tracce sono incredibilmente belle, non peccano mai nè di troppa semplicità nelle linee compositive nè tantomeno di eccessiva ricercatezza e complessità nello sviluppo dei brani. Naturalmente è possibile trovare alcuni brani molto più magnetici e coinvolgenti di altri, ed è questa una delle caratteristiche che ha portato alcuni critici a classificare i Down nel genere (nuovo, io l'avevo sentito poche volte) del c.d. groove metal. Forse perchè i riff di Keenan sono così belli e melodici da ricordarti i più alti episodi del rock duro tra il '66 ed il '75 passando da Blue Cheer a Hendrix a Cream a Skynyrd ma soprattutto fermandosi con Iommi dei Sabbath. Vuoi perchè la batteria ha degli stacchi compositivi che pescano a piene mani da decine di contenitori (dal thrash metal dei pantera, a passaggi che sfiorano il tribal, al southern e folk, al rock n'roll), oppure anche perchè Anselmo realizza un lavoro che probabilmente è uno dei più alti della carriera sua e di parecchi cantanti metal, anche perchè è l'autore di tutti i testi. Basterebbero pezzi come Loosing All, Stone the Crow, (il pezzo migliore di tutta la produzione dei Down, nonchè una delle più belle ballads mai sentite) Eye of the South o Temptation's Wings per spazzare vie una dozzina di dischi d'esordio di altri gruppettini di belle speranze. Come abbiamo detto alcuni testi parlano del fumo:
Hail the Leaf (in cui ad un certo punto si sente qualcuno che tira con un bong, almeno così mi hanno ricordato quelle bolle. A meno che non stesse cantando dentro una jacuzi...ma rimango fermo sulla teoria del bong)

Brave River
I can't sail
Lone Feeling
That I might Fail
So I just, Smoke
Let Me Feel, Stoned

Sixth Hour
Fail to Rise
And I cower
In reality's eyes
So I just, Smoke
Let Me Feel, Stoned
(Smoke)
(Stoned)


oppure Bury Me in Smoke (ultimo brano del disco):

But when my time will come, I know the reason why
I have an escape, alone it keeps me safe and in my home
I have a reason, to keep me satisfied until I'm gone
Don't regret the rules I broke
When I die bury me in smoke


Allo stesso tempo troviamo spazio per dei brani di una bellezza disarmante, veri e propri atolli di quiete ed arpeggi, carichi di atmosfera e di maturità come "Rehab, Jail e Pray for the Locust, capaci di trasportarci in una dimensione onirica e lisergica. Si anche perchè i down si contraddistiungono anche per l'abilità nel ricreare intricati e lunghissimi viaggi spaziali, immensi trip solo con l'abilità di riff ed effetti "vintage", acuti e passaggi doppi di voce (se avete presente "This love" dei pantera, vi ricorderete certamente delle frasi che Phil recitava e scandiva con voce bassissima, quasi gutturale).

In sintesi, si tratta di un disco da avere ed ascoltare ad ogni costo. Non solo vi prendere, ma non ve ne staccherete mai più; un classico del rock duro da mettere affianco a master of puppets o a blues for the red sun.

Sgabrioz

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