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martedì 2 giugno 2009

Crime In Choir - Trumpery Metier (2006)





Anno: 2006

Etichetta: GLS Records

Line up
Kenny Hopper: Rhodes piano
Jesse Reiner: Synthesizers
Jarrett Wrenn: Guitar
Tim Soete: Drums
Matt Waters: Saxophone
Jonathan Skaggs: Bass
Tim Green: Guitar

Tracklist:
  1. Women of Reduction
  2. Complete Upsmanship
  3. Land of Sherry Wine and Spanish Horses
  4. Grande Gallo
  5. High Thin Circus
  6. Measure of a Master
  7. Trumpery Metier
  8. The Hollow Crown
  9. Octopus in the Piano


C’erano una volta gli At the drive-in, amici amiconi che si dilettavano a far rock strepitoso e contaminato, prendendo spunto da quello che capitava, ma riuscendo a rimanere allo stesso tempo eclettici, potenti, straordinari e legati ad uno stile rock più “canonico”. Apparentemente tale frase potrebbe sembrare un’antitesi continua, un’unica contraddizione in termini…un cortocircuito logico, in parole povere. Ma vi sfido ad ascoltarveli, ma credo che tutti voi sappiate chi siano gli ATD-I…

Bene, dal gruppo, dopo il 2001, nacquero i The Mars Volta, gli Sparta ed i Crime in Choir: tre gruppi completamente differenti tra loro. Trumpery metier è il terzo disco dei CIC, ed è il primo pubblicato con la nuova etichetta, la Gold Standard Lab di proprietà di Omar Rodriguez Lopez, amico ed un tempo negli Atd-i insieme a Jarrett Wrenn e Kenny Hopper. Questo lavoro è qualcosa di fenomenale, come non si sentiva da qualche anno: rivelazione e uno dei possibili dischi dell’anno, insieme a Return to cookie mountain dei TV on the Radio: pur essendo un disco completamente strumentale, riesce a non stancare, a non annoiare perdendosi in fraseggi ampollosi e arzigogolati, confusi quanto le indicazioni stradali ottenute dal vecchio arteriosclerotico e sordo incontrato per strada la domenica pomeriggio. Non c’è il desiderio di sviluppare trame onanistiche, pure e semplici costruzioni in cui il fine è impressionare per la “tecnica”. No, qui l’obiettivo è meravigliare, emozionare, stupire, colpire, accattivare, distogliere l’attenzione sul mondo e rivolgerla alla musica, costringendo l’ascoltatore a rimanere a bocca aperta per ogni singolo passaggio, accordo, scambio di battute tra gli strumenti. Non sono bravo nelle classificazioni, perché nei CIC c’è tutto: la batteria che viaggia tra il prog malato dei King Crimson, i Gong ed i Rush ed il math rock dei don Caballero e gli Shura, le vibrazioni sassofonistiche del jazz-core e della fusion, la chitarra malata di Fripp, Hendrix, Hackett nel periodo più cazzuto dei Genesis. C’è indie, c’è psichedelica flkoydiana come se Barrett fosse il direttore artistico di questo gigantesco festival sotto forma di supporto ottico. Volete la sperimentazione elettronica di Mike Oldfield? Ce l’avete. Volete i trip dello space rock hawkwindiano? Ve lo diamo noi! Questo lavoro è una bomba al neutrone pronta ad asportarvi ogni frammento di cattivo gusto per la musica. Dopo aver sentito questo, la vista dei blink vi farà venire l’orticaria, l’indiegay sarà più venefico dell’antrace, inizierete a temere J-Lo e astanti come il mobile in stile rococò di Zio Giovanni Maria teme i tarli.
Non troverete una canzone brutta, tutti suonano perfettamente e senza mancare mai di fantasia.


Sgabrioz

CIC - Myspace


1 commento:

Anonimo ha detto...

mi hai fatto venire la voglia di riprenderlo eheh