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mercoledì 29 aprile 2009

Toto - Toto


Toto - Toto

Anno: 1978 Etichetta: Columbia records

Tracklist: 1. Child's Anthem (D. Paich) - 2:46
2. I'll Supply The Love (D. Paich) - Voce: Bobby Kimball - 3:46 3. Georgy Porgy (D. Paich) - Voce: Steve Lukather - 4:09 4. Manuela Run (D. Paich) - Voce: David Paich - 3:54 5. You Are The Flower (B. Kimball) - Voce: Bobby Kimball - 4:11 6. Girl Goodbye (D. Paich) - Voce: Bobby Kimball - 6:13 7. Takin' It Back (S. Porcaro) - Voce: Steve Porcaro - 3:47 8. Rockmaker (D. Paich) - Voce: David Paich - 3:19 9. Hold The Line (D. Paich) - Voce: Bobby Kimball - 3:56 10. Angela (D. Paich) - Voce: Steve Lukather - 4:45 Line-up: Bobby Kimball - voce Steve Lukather - chitarra e voce David Hungate - basso Jeff Porcaro - batteria e percussioni David Paich - tastiere e voce Steve Porcaro - tastiere e voce


Vedi la cover album e hai davanti il futuro.
A posteriori non c’è specchio migliore per descrivere la carriera dei Toto. Le stelle, il sogno, l’universo, un’atmosfera magica che riusirono a sprigionare in ogni loro album, e poi la spada, una spada che trafigge questi sogni, a simbolo della morte prematura di Jeff Porcaro, stroncato da un infarto causato dai pesticidi spruzzati da egli stesso nel giardino di casa sua, un’allergia beffarda, che lo colpì nel luogo a lui più caro. Ma una spada come simbolo, soprattutto, di non arrendersi, di volere continuare ad esserci e a combattere, come testimonia l’ultimo grande album Fallino In Between. E a posteriori possiamo osservare un moicker, che per quanto buffo, rappresenta l’amore per la musica a 360 gradi, infatti come spiegato da Jeff Porcaro stesso in un'intervista del 1988 ad Amsterdam (Live stratosferico), indica l'intento musicale gruppo, cioè quello di prendere ispirazione da tutto ("come from totos"), da cui ne deriva un genere dalle molteplici influenze e sfaccettature. Abbracciare il pop, il rock, la classica, il prog, l’elettronica, l’hard n’heavy, non era fatto comune e soprattutto pensabile, ma andarono oltre gli schemi, con grande prova di professionalità e soprattutto umanità, poiché un mix di tal genere, poteva implicare un utilizzo della tecnica fine a stessa, e invece no, poiché tutte le composizioni dal debut a oggi della band californiana, non son mai state banali, fredde, macchinose, ma cariche di pathos, emozionali come poche, nelle quali i sentimenti positivi avevano la meglio si tutto.
Era il 1978 quando questi giovani consegnarono alle stampe un autentico gioiello, destinato a rimanere nelle storia della musica tutta. Dieci gemme da custodire il cui livello compositivo e soprattutto esecutivo è di una qualità impressionante, con pochi confronti nel genere,
e le tracce stesse risultano talmente godibili e orecchiabili, da essere (alcune di loro) ancora oggi considerate dei veri e propri anthem (vedi ad esempio il ritornello di "Hold the Line"). L'esecuzione è come detto impeccabile, e ha nei suoi punti di forza le tastiere usate davvero in modo geniale ed elegante, e le chitarre che seguono e accompagnano. Anche gli altri strumenti fanno il loro dovere e il cantato, sia singolo che quando supportato dalle backing vocals, è in se davvero splendido, caratteristico e riconoscibile, poggiato e si integrato con le parti melodiche in un tutt'uno davvero incredibile quanto a legame che si viene a creare.
L’album si apre in maniera inaspettata con la mestosa ed epica strumentale "Child's Anthem" e si sente subito il pianoforte che entra in maniera poderosa a dettar legge, per bellezza e grazia con la quale è suonato. Ben presto tale strumento viene accompagnato da una grande chitarra, seguita a ruota da keys che ne fanno il verso in un climax che continua a salire fino arggiungere un nuovo acuto di piano che completa alla perfezione una esecuzione da brividi, per questo pezzo sì breve ma intenso, veloce, spettacolare in una sola parola. A seguire entra con un divertente ritmo di batteria la solare "I'll Supply the the Love", molto veloce e dinamica, permeata sempre di romanticismo. Splendida la chitarra nell'assolo quasi disfattista e la voce di Bobby Kimball, accompagnato dalle backing vocals, che entrano in gioco per la prima volta e lo fanno davvero in grande stile. Ottimo anche il motivo sostenuto da chitarra e keys in crescendo in conclusione della song, davvero divertente e poderoso. Ed ecco che arriva la famosissima "Georgy Porgy", song decisamente lenta e particolare, con tutti gli effetti sonori che presenta al suo interno, un calideoscopio sussurrato dove le keys di sottofondo stendono il giusto tappeto ai ritmo solare creato da Jeff e alla chitarra scanzonata di Steve, con il contributo alle backing vocals di Cheryl Lynn. I ritmi si placano ancora con "Manuela Run", che inizia come sempre con un geniale sottofondo di keys che supportano la chitarra pizzicata di Lukather che sfocia in un solo semi-acustico di rara fattura, sostenuto dal poderoso basso di Hungate e dai piatti di Jeff. Un mid tempo nel quale risalta alla perfezione anche qui la voce, davvero legata come non mai agli strumenti. Le lyrics, come tutte del resto, è splendida e molto, molto ispirata. E si prosegue con "You are the Flower", track dolce ma mai mielosa, forse leggermente sotto tono rispetto alle altre citate fino ad ora, ma dotata di un pathos molto singolare e ipnotico. Carica di ritmo e di potenza arriva invece "Girl Goodbye", una vera e propria marcia trionfale, dalla intro possente, e un prosequio dove gli strumenti raggiungono il massimo in quanto a esaltazione, soprattutto nelle keys. Deciso anche il refrain, memorabile nel suo incedere nonostante addolcito dal coro delle backing vocals, che fanno da supporto alle vocals soul di Bobby. Discorso diverso per "Takin' it Back" che parte subito con un carico di dolcezza infusa, che mette quasi tenerezza, per poi proseguire come pezzo lento e scandito benissimo dalle vocals. Stavolta refrain è un pò sottotono rispetto alla media della song, ma sempre molto romantica. E decco che ci avvolge la bella "Rockmacker", pezzo dal ritmo splendido, non irrompente ma incalzante, dalla ottima chitarra e un basso in grande spolvero, che necessita assolutamente di una nota di merito. Bello anche l'assolo, eseguito impeccabilmente.
Ed ecco che arriva lei.
La song regina.
Dobbiamo arrivare alla penultima canzone per trovare forse il pezzo più famoso della band, che ormai è, assieme a poche altre canzoni, il vero e proprio simbolo del gruppo. L’immortale"Hold the Line". Quanti non l’hanno cantata almeno una volta nella vita, con quel suo motivo di base, sia eseguito con la tastiera che con la chitarra, è di quelli che hanno fatto la storia, così come il famosissimo refrain, che penso quasi nessuno non abbia avuto l'occasione di ascoltare, magari anche senza sapere di che canzone si trattasse, come capitò al sottoscritto, e innamorandosi della band.
“Hold The Line, Love Is Always On Time”.
Comunque sia Hold the Line merita tutto il successo che ha avuto, perchè è davvero speciale, un concertato di decisione, musica e ritmica fatto canzone. Decisamente sopra la media anche l'assolo, carico di pathos nella sua “semplicità” che è una ciliegina sulla torta per un pezzo unico magnifico. E si chiude in maniera superba con la song probabilmente più romantica di tutto il CD, ovvero la bellissima "Angela", i quali flauti e pianoforte risuonano ancora nelle orecchie dopo
averla sentita. La voce è colma di emozioni, la chitarra che ricama le keyboards è stupenda, e anche nelle sequenze dinamiche il livello musicale è altissimo, ma senza perdere una vena di dolcezza, come è giusto che sia.
Ed è così che si chiude il primo capitolo della band, ignara all’epoca di aver composto un masterpiece della musica tutta, uno dei più grandi connubi tra questa e i sentimenti più puri che risiedono all’interno di noi.




Neuros

2 commenti:

Roger ha detto...

Takin' it Back la sto ascoltando in questo istante una delle mie canzoni preferite in assoluto.

Georgy Porgy una delle più belle canzoni del secolo.

Attento l'articolo contiene molti refusi.
Ciao.

Roger ha detto...

Takin' it Back la sto ascoltando in questo istante una delle mie canzoni preferite in assoluto.

Georgy Porgy una delle più belle canzoni del secolo.

Attento l'articolo contiene molti refusi.
Ciao.