Creative Commons License
Rock e Dintorni by Rock e Dintorni is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia License.
Based on a work at rockedintorni.blogspot.com. .: Led Zeppelin - II (1969)

martedì 28 aprile 2009

Led Zeppelin - II (1969)




Anno: 1969

Etichetta: Atlanctic Records

Tracklist:

1 - Whola lotta love
2 - What is and what should never be
3 - The lemon song
4 - Thank you
5 - Heartbreaker
6 - Living loving maid (she’ s just a woman)
7 - Ramble on
8 - Moby Dick
9 - Bring it on home


Woodstock è dietro l’ angolo, con i suoi ritmi psichedelici, il suo acid blues e la sua dose di droghe e ideali. Il sessantotto rivoluzionario è vivo nella mente dei giovani europei: il fuoco della ribellione non si è estinto, ma brucia con più insistenza. E la scintilla pronta a far scoccare un incendio di dimensioni spropositate si chiama Rock: grezzo, potente, veloce, scatenato. I Led Zeppelin rappresentano tutto ciò, ed il loro secondo disco rappresenta il capolavoro del Rock puro e semplice. Il blues si trasforma, perde la sua carica triste e introspettiva, per diventare aggressivo ed esibizionista. E’ allegro ed egocentrico, è passionale e furioso questo nuovo Rock. E’ stanco di aver subito soprusi negli anni trascorsi in solitudine. Il quartetto inglese, durante il loro primo tour americano, registra questo disco, Led Zeppelin II, numero cardinale utile solo a specificare che la musica va ben oltre i simboli, i nomi e le copertine, ma è nell’ anima dell’uomo e scorre nelle sue vene, come sulle corde della Gibson di Page scorrevano quei riffs potenti quanto struggenti. Il disco si apre con uno dei grandi classici degli Zeppelin, uno dei capisaldi del rock: “whola lotta love”: il riff è spasmodico e incalzante, segue la voce di Plant in una simbiosi perfetta: è il miracolo della vita: dai gorgheggi quasi animaleschi di Plant si esplode in un’ assolo fulminante, seguito fedelmente dalla maestri di Bonham e dal basso di Jones. E’ il turno di “What is” dopo un inizio pacato, la quiete è infranta dal suono della chitarra che si ribella al giogo a cui è sottomessa e decide di far sentire la sua voce: la rtitmica è composta da tonalità alte e basse, intervallate tra loro. E’ un altro elemento del disco, non puoi mai rilassarti..quando meno te l’ aspetti, vieni afferrato e scagliato nel mezzo della tempesta sonora che si crea intorno a te. Il picco più altro lo si raggiunge in ogni singolo istante: da “ the lemon song”: rock and roll all’ ennesima potenza, concentrato in pochi minuti: è sempre più veloce, in rotta di collisione con i vecchi canoni del rock. Dopo essere stremati dai primi tre pezzi, arriva una ballad ” Thank you”. E’ qualcosa di incredibilmente delicato e struggente, come l’ arpeggio in apertura, sembra tutto incantato: dal tempo dato dalla batteria, al flauto che pare sentirsi in lontananza. Ma è solo un paradiso apparente: l’illusione è pronta a spaccarsi come il cristallo, anche qui Il rock irrompe e brucia tutto quello che trova. E dal grazie di prima, il rock incarna Lo spezzacuori di “heartbreaker”, uno dei miei pezzi preferiti in assoluto, perché è il prototipo della canzone: saturo di aggressività, di sonorità settantine ( pur essendo uscite nel ’70) e il cantato sarà padre di una generazione di rockers, che vedranno gli AC|DC come veri e propri modelli di vita. Stesso stile, ma con la presenza di coretti affascinanti è “Living loving”, altro punto di celestiale bellezza di questo disco. La magia continua ininterrotta ed il rock ormai ci ha quasi sottomessi., ma c’è un labile speranza di spezzare la maledizione: superare indenni la carica folk e blues di “Ramble On”. Potrebbe essere difficile, quasi impossibile ma, ahimé, ogni speranza verrà fiaccata dall’ assolo di batteria di Moby Dick., dopo aver subito il fascino di un intro da togliere il fiato, arriva il nostro boia: 3 minuti 50 secondi di tom, piatti e doppio pedale che ci lasciano tramortiti e schiavizzati. Non abbiamo neanche il tempo di rialzarci da questa mazzata sonora, che completa il lavoro “ Bring it on home”. Come ad indicare “ riporta a casa le ossa..se sei ancora capce di camminare”. Non ce l’ abbiamo fatta, il Rock è dentro di noi e noi siamo suoi schiavi, ora non ci lasciare più e vedremo il mondo in un altro modo…tutto più rock and roll….

Sgabrioz


Nessun commento: