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Based on a work at rockedintorni.blogspot.com. .: Mr Bungle - Disco Volante (1995)

venerdì 28 novembre 2008

Mr Bungle - Disco Volante (1995)

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Anno: 1995

Etichetta: Warner Bros Records

Tracklist:

1. Everyone I Went to High School With Is Dead — 2:45
2. Chemical Marriage — 3:09
3. Carry Stress in the Jaw — 8:59
4. Desert Search for Techno Allah — 5:24
5. Violenza Domestica — 5:14
6. After School Special — 2:47
7. Phlegmatics — 3:16
8. Ma Meeshka Mow Skwoz — 6:06
9. The Bends — 10:28
10. Backstrokin' — 2:27
11. Platypus — 5:07
12. Merry Go Bye Bye/Nothing — 12:58




Dischi come punti di domanda, si generano quasi per necessità e non capisci fondamentalmente “perchè”, però tempo dopo, son capace di risponderti da soli, fornendoti motivazioni, nome, cognome e indirizzo. Così successe per questo capolavoro che ha oltre dieci anni, ma sembra ringiovanire ad ogni passo sul calendario. é semplice cadere in definizioni immortalate da poche lettere. Come se un libro dovessi giudicarlo dal titolo, o dall'aggettivo fornito dal tuo amico. Eppure è incollocabile dal punto di vista musicale, un giorno ascolti Zorn, e glielo avvicini, un altro i giovani Carnival In Coal e idem cosa, poi ti passa di mano un disco thrashato anni 80 e...
è.
Scopri che non sei te a cambiar opinione, ma lui a mostrarti lati diversi del suo tetraedro, elude le coordinate che ti aveva dato due secondi prima, viaggia spedito e non gli stai appresso. Si, è il titolo è efficace come la proposta artistica fornita.
Disco volante oltre ad aver influenzato la nuova ondata di folle crossoveristi Ipecac, End Records ecc, rappresenta davvero una sorta di minimondo in continuo movimento . Oltre ad uno shockante cambiamento stilistico dal disco omonimo, il baricentro si è immensamente allargato, e inghiotte tutto. Strumenti, stili e sorprese degli ascoltatori.
Per come intercede pesante “Everyone I Went to High School With Is Dead” , sembra una sorta di perverso compromesso tra Doom e le demo di esordi, monolitico esordio cantato in coro rabbioso. Prima che un fraseggio convulso , disperda i protagonisti lanciandoli fuori dal mappamondo stile Wille Coyote.
Qualcuno magari atterra in Brasile , a giudicare dalla tempistica latina di “Chemical Marriage” , che mette in risalto i giri jazzati di un Dunn ispiratissimo e testiere avvolgenti. E in questo prog samba dal ritmo continuamente spezzato dalle pelli, c è davvero spazio per mostrar il buon apporto corale della formazione. Puoi aspettarti fraseggi convulsi di Jazzcore su autostrade di crudo death metal dal taglio americano ; su territori melodici stile “Take This Bottle “ , fermarsi, e rimischiare le carte davanti al tuo udito. “ Carry Stress in the Jaw” è così maliziosa da terminare addirittura come se i “Goblin” si dessero allo spanish mentre ascoltano la OST di un B movie . Maledettamente groovoso. Giusto nel periodo in cui stava nascendo il progetto “Secret Chiefs 3” , “Desert Search for Techno Allah” ne è un po' l'enunciato. Influenze arabo/tribali avvinghiate tra corde e tasti bianchi e neri. Con ritornello ben impiantato sul cranio a mò di anthem tra citazioni cartonesche ( e mancavano un po' di anni ai Fantomas, a dire il vero ). E il teatro degli artisti circensi diventa tetro. Inquieto nell'intro della celeberrima “Violenza Domestica “ , Mike su un affamato tango , recita in spoken nel suo ottimo italiano , mentre il pathos cresce progressivamente, come nella più cinica delle OST lynchiane. Nel delirio (cordia? ) apparentemente sconclusionato a prima impressione , si tratta di una fantastica interpretazione. Ben posta più o meno alla metà del disco. Giusto il tempo di dar respiro con l'intermezzo in organo “After School Special” , che in un contesto simile, può quasi definire canzone. si riparte con la pazzia fumettistica (“Ma Meeshka Mow Skwoz” suona come i Rush sotto pasticche di acido che filastroccano con l'orchestra di Zappa ) che è una sorta di catena con il disco omonimo.
Il concetto di “brano” viene violentato, se è fortunato, altrimenti gli si applica della diretta sodomia pentagramamtica al vantaggio dell'anarchio caos ordinato delle loro menti,”Platypus” nel suo cocktail emozionale sincopato è solo un assaggio di quanto sarà “The Bends” una delle suite più geniali del mondo della musica, divisa in più sezioni. Una vera paradisiaca e malata vacanza per la nostra mente, proiettata verso scenari conturbanti e alieni, le idee poste in 10 minuti , farebbero campare di rendita un bel po' di discografie. Frattaglie sonore che volano nell' etere, dando un altro senso alla psichedelia ,per come siamo abituati ad intenderla, è un dannato vortice inarrestabile di creatività che sembra risucchiarci come al termine dell'esecuzione. Posta accanto al nevrotico e mestruato ambient “Phlegmatics” o l'elegante approccio crooneristico di “ Backstrokin'” ( anche se le lyrics suggeriscono un intento pariodistico più alla RV ) , con sezione ritmica in primo piano e una voce suadente stile Lovage . Ma qui siamo alle solite, leggere nelle note di questa opera, è come interpretare la mappa evoluzionale del percorso che Mike Patton intreprenderà nel suo futuro . Le sue aspirazioni, attitudini, continuano a vivere in questo disco rimanendo attualissimo anche per chi voglia conoscere l'artista nelle sue sfaccettature, nonostante in chiave songwriting, sia stato comunque accompagnato dal solito duo alle corde. L'atterraggio di questa navicella spaziale è affidato alla deliziosa marcetta country “Merry Go Bye Bye”, scherzosamente riempita da 11 copiosi minuti di niente (letteralmente parlando “Nothing” ) indossato sempre con carisma di nostri pagliacci preferiti.
Non dateci solo un ascolto, concedetevi ad esso e basta.


Gidan Razorblade

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